Analisi tornado di Asigliano Vercellese del 24-05-2022 

Oggi vi propongo una breve analisi tecnica sul tornado di Asigliano Vercellese (VC) occorso il 24 maggio scorso alle ore 17.20 locali, allo scopo utilizzerò le fotografie della tromba scattate da Dean Gill e quelle dei danni di Alessandro Piazza di Tornado in Italia con un’elaborazione grafica degli stessi a cura di Federico Pavan.

Le prime 3 figure mostrano alcuni fermi immagine tratti dal video di Dean Gill con l’analisi nefologica e i tre stadi principali del tornado così riassumibili: stage 1 tornado “one-cell vortex” a struttura laminare, stage 2 tornado “two-cell vortex” con probabile “vortex breakdown” in corrispondenza della discontinuità nel diametro dell’imbuto, stage 3 fase di indebolimento “rope tornado” con disassamento del vortice. La durata del tornado, in base alla presenza della debris cloud, può essere stimata in poco meno di 2 minuti.

L’imbuto di primo acchito è apparso più simile a una inflow tail (premesso che un funnel non necessariamente compare con le pareti “lisce”), tuttavia non era una nube a coda poichè come detto ha subito in poco meno di un minuto una “verticalizzazione” nella sua porzione inferiore (Figura 1), una variazione nella forma e soprattutto nel diametro lungo lo sviluppo verticale (Figura 2) nonché un disassamento del vortice verso lo stadio rope (Figura 3), inoltre la debris cloud si collocava sulla proiezione verticale del funnel e anche la forma stessa della nube di detriti suggerisce un flusso laminare vorticoso (Figura 4).

 

Oltretutto l’imbuto è comparso nell’area di inflow della supercella con un’occlusione mesociclonica in corso e tail cloud a destra del vortice innestata nella wall cloud (Figura 1), mentre il fronte avanzante del RFD si collocava sulla sinistra dell’immagine. Per cui nel caso in esame si possono escludere sia dei semplici fractus aspirati dal mesociclone sia la presenza di una nube di detriti sollevata dal RFD in quanto vi era un moto di risucchio sotto il funnel e la debris cloud rimaneva sotto lo stesso senza essere spinta all’esterno come nel caso dei gustnado.

Nell’ellisse bianca di Figura 1 è indicato un probabile funnel cloud comparso nel centro di rotazione alla base della wall cloud, tuttavia il tornado si era formato più a nord dove, almeno in apparenza, si collocava la periferia del mesociclone. Se ne può dedurre che l’interazione tra l’umidità trasportata nei bassi strati dall’outflow in uscita dalle celle più a nord [ellisse bianca in Figura 8] e il vento in risalita da sud abbia favorito la tornadogenesi (Figure 9 e 10), sostenuta dalle convergenze al suolo e da un inflow sufficientemente umido, elementi che si sono sovrapposti all’occlusione mesociclonica e alle confluenze nate sul gust front del RFD. Anche la forma del profilo verticale dell’imbuto (Figura 2), oltre chiaramente il momento e la posizione, suggeriscono la natura mesociclonica del vortice.

Infine, anche i danni rilevati da Alessandro Piazza in una parte di un pioppeto alla periferia nord-ovest di Asigliano Vercellese evidenziano alberi caduti in direzioni opposte con rami scagliati anche a una certa distanza (Figure 5, 6 e 7).

Considerati tutti gli elementi a disposizione, l’evento può essere classificato come un breve e debole tornado mesociclonico (probabilmente F1 su indicazione di Davide Rosa).

Articolo redatto da Alberto Gobbi

Dantex

Ideatore e gestore della pagina meteo "Pazzi per il meteo goriziano & storm chasing" nonché amministratore del sito stesso.